La panchina di Mariella Forever

Foibe: tombe senza nomi e senza fiori dove regna il silenzio dei vivi e il silenzio dei morti...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. sorriso@
     
    .

    User deleted


    Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell'Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso, le "foibe".

    A sessant'anni di distanza con queste pagine vogliamo far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo "foibe", a chi non ha mai avuto risposte alla domanda "cosa sono le foibe?".

    Vogliamo ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d'Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-comunista.

    Vogliamo anche capire perchè, a guerra ormai finita, migliaia di persone hanno perso la vita per mano di partigiani comunisti e perchè, per sessant'anni, la storia d'Italia è stata parzialmente cancellata.
    A Trieste,a differenza delle altre città italiane, la liberazione alla fine della seconda guerra mondiale, è coincisa con l'inizio di un incubo: per quaranta giorni le truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito hanno imperversato a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini innocenti, o talvolta colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.

    Anche questa, come quella delle Foibe, è una pagina dimenticata nella storia d'Italia. E' una pagina spesso dimenticata anche a Trieste: da chi la ha vissuta per il desiderio di cancellare il ricordo di un incubo. E da chi, più giovane, non ha potuto sentirne parlare alla televisione o sui libri di scuola.

    Noi vogliamo raccontare, ricordare e capire.

    ulle foibe l’Italia ha scelto, pavidamente, il solito quieto vivere. Ha del delizioso la spumeggiante capacità del giornalismo italiano di affrontare gli argomenti più scabrosi, senza mai mettere in imbarazzo dogmi e dogmatici. Si guardi al "dibattito" estivo sulle foibe: da subito lo si è ristretto a un macabro paragone tra la foiba di Bassovizza e le Fosse Ardeatine, a un problema di "doppiopesismo", di misurazioni e comparazioni di efferatezze belliche. Tutto interessantissimo, naturalmente, ma tutto sideralmente lontano dal nodo attuale, contemporaneo, che par te da quelle maledette foibe e arriva ai giorni nostri. Quello che ha dell’incredibile, infatti, non è quanto è accaduto nelle foibe - purtroppo comune, anche se per mano comunista, a molti altri orrori di guerra - ma soprattutto quello che è successo dopo le foibe e che continua ad accadere. L’Italia è infatti stata, è oggi, e probabilmente sarà in futuro l’unico paese al mondo che non ha difeso, non difende e non difenderà in nessun modo la propria minoranza nazionale oltre i confini. L’unico paese al mondo che ben sa che i corpi di migliaia di propri cittadini giacciono insepolti nelle campagne di uno Stato confinante e che non ha neanche la forza di chiedere che vengano coperti da un pietoso monumento (gli speleologi friulani ben conoscono i siti in cui ancora si trovano immensi ossari esposti agli elementi in Slovenia e Croazia). L'Italia è un paese in cui la cultura ufficiale ha violentemente negato per quaranta anni l'esistenza stessa delle foibe, per negare - tra l’altro - qualsiasi responsabilità (che non fosse di carità cristiana) nei confronti dei figli degli infoibati. L’Italia è un paese che - è notizia di questi giorni - per amor del quieto vivere rinuncia anche al principio della restituzione dei beni illegalmente sequestrati a suoi cittadini costretti alla fuga con la violenza. Il governo Prodi si accinge invece a firmare un trattato con la Slovenia in cui rinuncia al diritto degli esuli istriani di riottenere i beni illegalmente sequestrati (là dove è evidente l’importanza fondamentale del principio, non l’esiguità materiale dei beni ricuperabili, l’opposto di quanto sostiene il sottosegretario agli Esteri Piero Fassino). E questo, nel momento in cui un veto potenziale dell’Italia all’associazione della Slovenia all’Unione europea la porrebbe nella migliore posizione contrattuale.

    Il vero problema delle foibe non è allora assicurare alla giustizia gli assassini, ma l'incapacità degli italiani di reagire con un minimo di dignità nazionale, di democratico senso degli interessi nazionali, davanti alle vittime e ai superstiti di una enorme operazione di pulizia etnica, i dalmati e gli istriani. Si è arrivati al punto che agli infoibati si è negata, in nome della realpolitik, non solo giustizia (e questo si può capire, chi mai può processare un esercito vincitore?), ma addirittura la pietas. Fino a tutti gli anni Settanta le cerimonie funebri in loro onore sono state semi clandestine e disertate - per esplicito diktat del Pci - dalle autorità locali, bisogna aspettare il settennato di Cossiga perchè un capo dello Stato deponga personalmente una corona sulla foiba di Bassovizza. La storia patria non ha mai considerato quei morti, "nostri morti", ma li ha lasciati marcire, letteralmente, fuori le mura. Ma quel che è grave è che si è arrivati a negare la memoria dei morti, per coprire la rinuncia a difendere (pacificamente, naturalmente) una comunità italiana di 350.000 istriani e dalmati abbandonati allo sbando della propria identità di italiani esuli in Italia, per coprire la rinuncia - che arriva all’oggi - a una politica estera autonoma e responsabile. Né vale, ormai, la giustificazione della realpolitik. Essa ha giocato il suo enorme peso durante la guerra fredda, ha portato, in piena era di compromesso storico, al trattato di Osimo che sanciva la rinuncia italiana a farsi pacificamente e civilmente garante dei diritti degli italiani in Yugoslavia (e contro quel trattato nacque la triestina lista del Melone, che è un po’ la madre di tutte le Leghe), ma da cinque anni, almeno, non può essere più portata a giustificazione di nulla. Quando le repubbliche slovena e croata sono sorte nell’Europa del Muro caduto, quando nessuna realpolitik ha più obbligato alla prudenza, nel nulla che è continuato, ci si è accorti che le foibe sono il sintomo permanente di un male tutto italiano, il male che scoppiò nel disastro dell’otto settembre 1943: siamo un paese tanto irresponsabile da avere fatto dell’assenza di capacità di scelta una linea di politica estera. Oggi la pavidità della nostra politica estera è tale che la proposta semplice degli esuli istriani e dalmati, a che l’Italia si impegni a far accettare dalle repubbliche croata e slovena il "pacchetto" che ha sottoscritto con Vienna a tutela dei diritti dei sudtirolesi, verrebbe vissuta come una provocazione revanscista. Così, la distanza siderale che separa la fermezza dei governi di un'Austria nel difendere la propria minoranza nazionale in Italia, dalla ignavia dei nostri governi nel permanente abbandono degli italiani in Istria e Dalmazia, misura la fragilità dell’intero nostro essere nazione. E stupisce la sorda incapacità della sinistra che è oggi al governo di capire che su questo terreno, in aperta alternativa alla destra a cui è stata regalata la rappresentanza del problema, si gioca parte della propria trasformazione in una forza europea moderna.

     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    305,098
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    :04d6ik.gif: :04d6ik.gif:
     
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    305,098
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    :04d6ik.gif: :04d6ik.gif:
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    305,098
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    GRAZIE PER LA VISITA
     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    305,098
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    418802_343626472334489_107901045907034_1071332_1612378863_n
     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    305,098
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    Foibe, approvata la risoluzione di Fdi per trasmetterne la memoria: nelle scuole e con un Treno del Ricordo

    In vista del “Giorno del Ricordo” che sarà celebrato il prossimo 10 febbraio per commemorare la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo delle popolazioni italiane dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, la Commissione Istruzione della Camera ha approvato a larghissima maggioranza (con il voto favorevole di tutti i gruppi, eccetto il rappresentante di Verdi e Sinistra) una risoluzione presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia in commissione, primo firmatario il capogruppo Alessandro Amorese.


    Foibe, approvata Commissione Istruzione della Camera la risoluzione di Fdi per il “Treno del Ricordo”
    La risoluzione ha l’obiettivo di impegnare il governo ad incrementare le iniziative nelle scuole e al di fuori per trasmettere e conservare la memoria della storia e della tragedia dei nostri confini orientali. A tal fine si prospettano seminari di studio e incontri nelle scuole, con la partecipazione di testimoni dell’esodo e appartenenti ad associazioni di esuli istriano-giuliano-dalmati. Nonché la diffusione di opere artistiche. Cinematografiche. Teatrali e letterarie, con particolare riferimento alla medaglia d’oro Norma Cossetto. Inoltre, si impegna il governo a sostenere la realizzazione di mostre e convegni con il coinvolgimento di comuni e regioni. E, soprattutto, di un “Treno del Ricordo,” sul modello del “Treno del Milite Ignoto”, con una mostra multimediale itinerante che raggiunga un gran numero di città.
     
    .
5 replies since 9/2/2009, 11:35   94 views
  Share  
.