La panchina di Mariella Forever

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    Serena e la madre 75enne finiranno per strada. E il Comune non ha nessuna soluzione
    Serena Scandellari, illustratrice freelance di 48 anni, a breve sarà senza casa con l'anziana madre. Tutte le soluzioni che le sono state prospettate sono impraticabili. "Manca totalmente un piano per l’edilizia popolare e ormai non sono più solo i cosiddetti poveri a non riuscire a pagare l’affitto, ma anche quella che una volta era considerata la classe media, tutto sommato benestante",
    Il prossimo 9 aprile, ovvero tra due settimane, Serena si troverà senza casa, sbattuta per strada assieme alla madre 75enne a causa di uno sfratto esecutivo per cessata locazione. E senza alcuna soluzione in vista. Contatti con le istituzioni locali e rappresentanti politici di destra e sinistra ne ha avuti nel corso dei mesi, mobilitati dall’attenzione social che sta avendo la sua situazione, ma alla fine nulla si è mosso. Ed è di poche settimane fa la vicenda del signor Arnaldo, pensionato 83enne che ha vissuto per sette mesi all’aeroporto di Bologna senza che nessuno si occupasse della sua situazione, sempre provocata dall’impossibilità di riuscire a pagarsi un alloggio. Il Comune di Bologna si è mobilitato solo dopo che la stampa locale e nazionale si è mossa e ha dato voce alla sua storia, anche se a onor del vero la casa ad Arnaldo l’ha offerta un privato.

    Soluzioni impossibili
    Nonostante Serena da circa un anno stia cercando una soluzione abitativa alternativa, la sfida appare impossibile a causa della bolla immobiliare che negli ultimi anni ha fatto letteralmente impennare i prezzi degli affitti a Bologna e dintorni. Il costo dell’affitto non è l’unico problema, perché a espellere Simona e la madre fuori dal mercato immobiliare bolognese c’è anche la richiesta di tutta una serie di garanzie impossibili da offrire per una libera professionista e una pensionata: “Ho la partita iva ma a quanto pare il mio lavoro da libera professionista non è sufficiente garanzia, nemmeno la pensione di mia madre e nemmeno la garanzia di mio zio medico. I proprietari vogliono dei contratti a tempo indeterminato per procedere all’affitto, ciò che posso offrire io non va bene. E tutto questo anche se io non ho mai mancato di pagare l’affitto, mi trovo in questa situazione per cessata locazione, il proprietario dell’appartamento in cui vivo ha bisogno di rientrare in possesso dell’immobile. Ed è stato anche fin troppo paziente”, racconta Serena Scandellari, illustratrice freelance di 48 anni, a Today.it.

    "Affitti impennati, e non ho garanzie"
    Da quando Serena si è messa alla ricerca di un immobile, all’incirca un anno fa, ha subito capito che difficilmente sarebbe riuscita a trovare una soluzione, se non per colpo di fortuna: “Ho visto centinaia di annunci ma ogni volta che riuscivo a trovarne una che potesse andare bene per le mie esigenze e con un prezzo congruo, venivo scartata per mancanza di garanzie causa Partita Iva. E di appartamenti a prezzo congruo a Bologna e dintorni ce ne sono ben pochi ormai, perché negli ultimi tempi gli affitti si sono impennati verso importi impossibili da pagare per un lavoratore della classe media. Al di là delle garanzie, i proprietari preferiscono affittare le stanze a prezzi maggiorati agli studenti fuorisede o metterli in affitto su Airbnb. Questo ha sconvolto il mercato immobiliare bolognese”, prosegue Serena.

    Non sono solo i prezzi a essere impazziti a Bologna, ma guardando gli annunci pubblicati sui principali portali immobiliari, a essere problematiche sembrano anche essere le condizioni di certi immobili messi in affitto, appartamenti di pochissimi metri quadrati a prezzi folli e in molti casi anche totalmente privi di minimi requisiti di abitabilità.

    Nel corso dei mesi, Serena ha provato più volte a mettersi in contatto con le istituzioni locali della città nel tentativo di trovare una soluzione, soprattutto per la madre 75enne che certo non può essere lasciata a se stessa. Risultati? Nessuno. Nonostante il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la vicesindaca Emily Clancy durante la campagna per l’elezione in Comune abbiano spesso fatto leva sul problema del caro affitti in città. “Le uniche soluzioni che mi hanno prospettato hanno tempistiche di attesa anche di 4 anni, per esempio iscriversi a CoopRisanamento dove, se poi hai davvero la fortuna di vincere un bando, devi tirare fuori almeno 20 o 30mila euro per la ristrutturazione obbligatoria. A parte che non dispongo di somme del genere, ma nel frattempo? Che facciamo per quattro anni? Riuscire a entrare in graduatoria per le case popolari è impossibile perché anche se c’è lo sfratto esecutivo, non abbiamo comunque abbastanza requisiti per scalare la graduatoria e arrivare in cima perché lo sfratto fa punteggio dal 2025. E di nuovo, nel frattempo? C’è chi sta peggio di noi. La verità è che manca totalmente un piano per l’edilizia popolare e ormai non sono più solo i cosiddetti poveri a non riuscire a pagare l’affitto, ma anche quella che una volta era considerata la classe media, tutto sommato benestante”, racconta Serena.


    racconta a Today.it
     
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